Premettendo che in cucina non
me la cavo affatto male, vi racconterò di quella volta in cui, in preda ad un
eccesso di zelo, decisi di improvvisare la preparazione di un piatto quasi dal
nulla.
Ovviamente il mio gesto era
rivolto ad impressionare quella che all’epoca era la mia fidanzata e vi
assicuro che, una volta arrivati in fondo al racconto, capirete che in un modo
o nell’altro riuscii nell’intento.
Tornando alla cena, quel
pomeriggio mi recai a recuperare tutti gli ingredienti necessari muovendomi tra
le corsie del supermercato con un fare piuttosto brillante sicuro del fatto
che, non solo avrei cucinato un piatto da ristorante, ma avrei anche
conquistato per sempre il cuore della mia bella, del tipo “…e vissero felici e
contenti con una carrettata di figli”, una roba del genere.
Ah, giusto per chiarire, il
piatto in questione doveva essere un risotto agli scampi ed agrumi di vario
genere (adesso non fate i fenomeni “se vabbè sta cagata” in quanto vi assicuro
che la preparazione richiedeva una certa tecnica nonché dei passaggi tutt’altro
che scontati) il tutto seguito da un cous cous dolce con salsa ai frutti di
bosco (ah no allora? Altro che Vissani).
Ammettiamolo, se il racconto
si interrompesse qui sarei un fenomeno, ma si sa che tra il dire ed il fare…
Ma continuiamo con la storia, immaginate lo scenario: cena romantica, tavola imbandita e preparazione del
tutto che sembra portare verso una sola direzione: la gloria. Si, esatto,
quella tipologia di gloria che il giorno dopo avrebbe portato lei a raccontare
il tutto alle amiche bullandosi di quanto il suo ragazzo fosse abile ai
fornelli.
Orario pattuito, lei arriva,
candele accese, bottiglia in fresco, stappiamo. Beviamo e chiacchieriamo in
attesa che la cena sia pronta (piccola nota a margine di tattica amatoria: ricordatevi di cucinare sempre di fronte ai vostri ospiti, funziona).
Arriva il momento di servire: presentazione niente male, curata il giusto, primo boccone e...beh,
vi assicuro che se avessi pescato a caso degli ingredienti nel bidone
dell’umido probabilmente avrei cucinato un piatto infinitamente più buono di
quello che andai a servire.
Completamente immangiabile
del tipo che Joe avrebbe senza dubbio detto che “piatto saggia come merda di
mio cane”. A completamento del tutto, il vero colpo del ko me lo diede lei che
con tutto l’amore del mondo disse: “Dai, non è poi così male”. Non è poi così
male? No ok, grazie del complimento, ma probabilmente una porcata del genere
non la servirei nemmeno ad un individuo privo di papille gustative.
Finita qui? Magari…il cous
cous dolce, base di latte per ammorbidirlo...non mi dilungo troppo, vi basti
sapere che più che un dolce ricordava molto il pastone che si dà da mangiare
alle galline, bella roba.
Insomma, nonostante la
premessa iniziale quella non fu certo una cena da ricordare. Con il tempo la
tecnica e le ricette sono migliorate ma al fine di evitare altre figure simili,
decisi di eliminare da eventuali menù romantici il risotto agli scampi ed
agrumi.
In conclusione ragazzi,
augurando a tutti un buon San Valentino, vi lascio con un piccolo consiglio:
stasera portatela fuori a cena.
Luca
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