A 1200 km di distanza

Settembre 2007, il mese piĆ¹ bello della mia vita, o almeno era quello che credevo. Ero una felice 18enne di Lecce, in cerca di emozioni e libertĆ  e Milano non poteva di certo deludere le mie aspettative.
Nuova cittĆ , nuova casa, nuova universitĆ  e tutto questo con le mie migliori amiche. Capite cosa voglio dire? LE MIE MIGLIORI AMICHE E UNA NUOVA CASA! La piĆ¹ pura delle felicitĆ .


Pasti senza orari, aperitivi, spuntini a volontĆ , e poi patatine fritte, Nutella, birra, CocaCola, McDonald, kebab, pizze e merendine. Cosa vuoi di piĆ¹ dalla vita?


Dopo qualche mese cominciavamo a sentire i kg di troppo e soprattutto si avvicinava la prima sessione d’esame! Decidiamo quindi di rimetterci in riga e di provare a mangiare sano.
Ogni sforzo perĆ² sembrava vano, alla fine riuscivamo a farci sempre e solo la stessa triste insalatina accompagnata da cordon bleu, hamburger o cotoletta alla milanese. Eravamo diventate una delle fonti di ricchezza del Sig. AIA.


Abbiamo anche provato a mangiare in un  buon ristorante vicino casa, ma dopo il primo salasso siamo state costrette ad abbonarci a ‘La CittĆ  del Drago’ e a ‘La Piadineria’, facevano decisamente piĆ¹ al caso nostro.


Ma il caffĆØ ‘Quarta’?  Le brioches con la palla? I pomodori che sanno di pomodoro? Le frase? I taralli? I rustici? I pasticciottii?


…Capimmo allora che non potevamo vivere senza tutto questo.



Certo perĆ² non potevamo neanche ammettere di sentire la mancanza di casa, avevamo fatto tanto per diventare cosƬ AUTONOME!! Abbiamo quindi provato a mandare qualche segnale di fumo, nulla di esplicito, con indifferenza: “Ciao Mami, cosa mangi di buono oggi?” oppure “Mmm come ci vorrebbe una bella frisa veloceveloce per cena”.


Entro qualche settimana riuscimmo nella nostra impresa e arrivarono pacchi e provviste, che ovviamente finirono prima del previsto. Il branco si riunƬ per cena a casa nostra e nel giro di qualche giorno non avevamo di nuovo piĆ¹ nulla. Dovevamo organizzarci, non potevamo essere cosƬ sprovvedute!!


Il problema principale a quei tempi era Ryanair e i suoi maledetti biglietti a 20€, non ti facevano portare un bagaglio a mano e praticamente pagavi piĆ¹ quello da stiva che tutto il viaggio. Una volta mia madre ha anche provato a fregare i controlli, ha cercato di imboscare tra mutande e calzini una marmellata di fragole appena fatta, ma non aveva considerato l’odore cosƬ forte che in tempo record ĆØ stata costretta ad ammettere di averne una in valigia. A quel punto l’ha dovuta regalare al poliziotto pregandolo di non buttarla via, assicurandolo che  non fosse avvelenata. Cuore di mamma !

Prima regola, almeno una volta l’anno a turno si doveva viaggiare in treno o in pullman.
Avete presente quando la gente descrive un terrone in stazione? Beh, niente di piĆ¹ realistico. Doppia valigia, zaino e bustone IKEA, bello resistente.
Seconda regola, ogni visita, ogni febbre, ogni festa comandata era una buona scusa per riempire la dispensa.  Era la moneta di scambio per qualsiasi cosa.
Terza regola, quando una delle nostre mamme veniva a farci visita, si cucinava solo per surgelare e vivere di rendita. Oltre la dispensa, il freezer pieno ĆØ sempre stato una garanzia.
Quarta regola, cercare di imparare piĆ¹ ricette possibili, peperoni in agrodolce, melanzane ripiene, focaccia con cipolle e banalmente il pollo al latte. E la ciambella della mamma di Giuditta? Che sogno ragazzi, indimenticabile


AhimĆØ scoprimmo perĆ² che nulla di tutto questo puĆ² essere riprodotto come d’origine, senza gli ingredienti giusti.


Gli anni dell’UniversitĆ  sono volati, eravamo diventate bravissime, avremmo potuto sfamare il quartiere intero, ma la dura realtĆ  lavorativa ci ha diviso. Via Ripamonti 40 rimpiange quei momenti!


Febbraio 2016, le nostre mamme ci credono del tutto autonome, i nostri fidanzati delle grandi cuoche, ma a noi mancano quei momenti, quei sapori e quella meravigliosa credenza sempre piena!  

Marialuisa

Me Lo Porti Tu

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