CASSOUELA: Tentativo n.1... FALLITO!


E’ inverno, fa freddo, le giornate sono grigie.. è tempo di … CASSOUELA!!

Per chi non è solito delle tradizioni culinarie lombarde, la famosissima (e pesantissima) cassouela è un piatto tipico a base di verze e delle parti meno pregiate del maiale, come cotenna, piedini, testa, verzini e costine.


La tradizione vuole che le verze debbano essere usate solo dopo la ‘prima gelata’, dunque, visto il freddo malandrino che c’è in questi giorni, le verze del mio orto sono belle che.. surgelate!





 Quindi… Cassouela sia! Questa volta non si andrà in qualche trattoria a mangiarla, ma verrà preparata direttamente da me, cogliendo le piante nel mio orto e comprando la carne dal mio macellaio di fiducia. Inoltre, siccome ‘il Lello’ (mio marito) partirà per un paio di giorni, potrò preparare la famosa ‘schiscetta’ da fargli portare via, per sentirsi così meno lontano da casa.

Però, se preparassi la ‘vera’ cassoeula, i tempi di digestione sarebbero di 2-3 giorni (e dopo una quantità non indifferente di bicchierini di grappa). E mangiare piedini e orecchie non è che sia proprio la mia massima aspirazione (non ho mai avuto il coraggio di assaggiarli), e anche la cotenna non mi piace… Diciamo che la mia sarà una cassoeula ‘rivisitata’ e ‘’’light’’’ (triple virgolette d’obbligo), a base di verze (tante verze) , costine, verzini e cotenna (ma solo per dare un po’ di sapore eh! Poi verrà scartata, che nemmeno al Lello piace).

Bene, quindi, armata di buonissima volontà e spirito di tradizione lombarda, mi approccio a preparare questo manicaretto. Ingredienti: presenti! Ricetta (della zia brianzola): presente! Pomeriggio intero a disposizione: presente! Infatti, i tempi di cottura sono molto lunghi (tra una cosa e l’altra servono minimo due ore per cuocere il tutto, oltre al tempo per preparare le verdure e la carne).

Inizio a far cuocere la pietanza, e già dopo pochissimi minuti si sprigiona per tutta la casa un ‘profumo’ di cipolla, verza, bollito abbastanza forte… Ok, molto forte. Diciamo che le soluzioni sono: o noi in casa , o la pentola . Allora arriva l’illuminazione: “Mettiamo a cuocere sul fornellino del barbecue a gas che abbiamo in giardino, almeno non ci puzza tutta la casa per una settimana!”. Perfetto!

Metto così la pentola fuori, spruzzo deodorante e ‘scaccia odori’ per tutta la casa e mi sistemo bella comoda sul divano in attesa che il fuoco faccia il suo dovere.

Vi dicevo che era una giornata grigia, fredda, un po’ malinconica, dunque cosa c’era di meglio di un bel te caldo, il divano, la coperta e una serie TV?  Super… Mmmhhh… Che sonno… Ma si dai, chiudo solo gli occhi per qualche minuto, che li faccio riposare un po’… All’improvviso, una sensazione di allarme sale dall’inconscio mentre stavo godendomi quel meritatissimo riposino pomeridiano… “ C’è forse qualcosa di cui mi sono dimenticata? Dovevo fare qualche commissione importante di cui mi sono scordata?”. Ed ecco che un odore di bruciato incomincia ad arrivare lentamente anche sul mio amato divano: “Cazzo! La pentolaaaaa!
Corro ad aprire il coperchio e vengo investita, oltre che da una puzza di bruciato mista a cotenna, verzini e verze, da una bella nuvola di fumo… La situazione è così tragica? Magari riesco ancora a salvare qualche parte che non si è attaccata al fondo e che non è completamente carbonizzata…  Raschio un po’ con il cucchiaio di legno, ma lo scenario non è rassicurante…

 Niente Lello, per te non ci sarà nessuna schiscetta… Scusa amore mio, dovrai partire per la fredda Svizzera senza nemmeno un assaggino di cassoeula fatta dalla tua mogliettina. Ma… Hai vinto… una cena nella trattoria che ci piace tanto, sai, quella dove servono quel ‘vinello della casa’ che va giù che è un piacere e dove fanno una crostata di frutta super… Ah, e la cassoeula, andiamo a mangiarla dalla zia!!



Se volete leggere la vera ricetta della cassoeula, la trovate  qui. La versione 'leggera' , invece, è questa







Claudia

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